Working cross-culturally goes beyond speaking more than one language. Culture is a complex multi-dimensional construct that heavily influences individuals in every moment of their lives, affecting their decision making as well their interpretation of circumstances. Age, gender, sexual orientation, religion, race and socioeconomic status are just some of the factors that fall under the umbrella of “culture”. I believe that therapy should be a safe space that transcends ethnic, religious, national, and gender borders. In my work I pay the utmost attention to my patients’ cultural context and the part that it plays in their lives.

In order to be a culturally competent, a clinician must first and foremost be humble and open to not-knowing. The construct of “culture” encompasses aspects of biology, history, anthropology, politics, psychology, language, and more yet. A culturally aware clinician is open to listening and interested in patients’ cultural story. Every individual is unique and no two people who share a similar background should ever be assumed to be the same. I want to learn from my patients about their culture, so that in turn I can then guide them in the discovery of themselves as cultural being. Most often people are not even aware of the extent to which their culture contributes to their sense of identity, as well as to their emotional struggles.

A foreign woman living in her husband’s country, surrounded by his family and customs may not be conscious of the extent to which this is affecting her relationship and therefore her wellbeing. An adult “third culture kid” (an adult raised in a culture other than that of either of his parents) may not realize that his difficulty attaching to friends and partners stems directly from his ingrained sense of being a permanent outsider. A study-abroad student may be stunned in discovering that true culture shock comes along after just a short while in a foreign country, facing an alien academic system and a new set of social norms. A returning expat may not expect the exent to which reverse culture shock hinders re-integrating into a country that no longer feels like home.  Speaking three language and having earned experience working with people from seven continents, I strive to be especially sensitive to matters of culture at large and enjoy working with patients from all walks of life.

ITALIANO

Lavorare in modo culturalmente consapevole va oltre il parlare più di una lingua. La cultura è una dimensione complessa che agisce sulle persone in ogni momento della vita, influenzando le decisioni e l’interpretazione delle circostanze. Età, sesso, orientamento sessuale, religione, etnia, colore della pelle e status socioeconomico sono solo alcuni dei fattori che ricadono sotto il termine "cultura". Credo che la terapia debba essere uno spazio che va al di là dei confini etnici, religiosi, nazionali e di genere. Perciò, presto la massima attenzione al contesto culturale dei miei pazienti ed al ruolo che questo svolge nella loro vita.

Per essere culturalmente competente, un clinico deve prima di tutto essere umile ed aperto al non-sapere. Il costrutto della "cultura" racchiude una vastità di conoscenza che spazia dalla biologia, alla storia, all'antropologia, alla politica, alla psicologia, alla lingua e altro ancora. Un clinico culturalmente consapevole è aperto all'ascolto ed interessato alla storia unica di ogni persona. Io desidero imparare dai miei pazienti circa la loro cultura, per poterli guidare nella scoperta di se stessi come esseri-culturali. Molto spesso, infatti, le persone non sono nemmeno consapevoli della misura in cui la cultura contribuisce al loro senso di identità, così come alle loro difficoltà emotive.

Forse, una donna straniera che vive nel paese di suo marito, circondata dalla famiglia e dai costumi di lui, potrebbe non rendersi conto della misura in cui ciò sta influenzando la sua relazione e, di conseguenza  il suo benessere. Magari, un "bambino di terza cultura" ormai adulto (un adulto cresciuto in una cultura diversa da quello di uno dei suoi genitori) potrebbe non accorgersi che la sua difficoltà a stringere rapporti deriva dal senso radicato di essere un perenne escluso. Uno studente Internazionale potrebbe essere sbalordito nello scoprire che lo shock culturale arriva anche solo dopo poco tempo in un paese dove vigoo norme sociali ed accademiche diverse da quelle a cui è abituato. Un expatriato di ritorno potrebbe non aspettarsi in quale misura lo shock culturale inverso interferisca con la reintegrazione in un paese che non sente più come suo. Parlando tre lingue ed avendo lavorato con persone provenienti da cinque continenti, mi imegno ad essere quanto mai sensibile agli aspetti culturali della terapia ed accolgo pazienti di ogni provenienza.

ESPAÑOL

El trabajo intercultural va más allá de hablar más de un idioma. La cultura es una dimensión compleja de múltiples factores que influye en gran medida en las personas en cada momento de sus vidas, afectando su toma de decisiones y su interpretación de las circunstancias. La edad, el género, la orientación sexual, la religión, la raza y el estatus socioeconómico son solo algunos de los factores que entran en el ámbito de la "cultura". La terapia tiene que ser un espacio que trasciende las fronteras étnicas, religiosas, nacionales y de género. Al hacerlo, presto la mayor atención al contexto cultural de mis pacientes y al efecto que esto toma en su historia. Cada individuo es único y no se debe asumir que dos personas que comparten un fondo similar son iguales.

La mayoría de las personas ni siquiera son conscientes de hasta qué punto su cultura contribuye a su sentido de identidad, así como a sus luchas emocionales. Una mujer extranjera que vive en el país de su esposo, rodeada de su familia y costumbres, puede no ser consciente de hasta qué punto esto afecta su relación y como resultado su bienestar. Un hombre que fue un " niño de tercera cultura" (un adulto criado en una cultura diferente a la de cualquiera de sus padres) puede no darse cuenta de que su dificultad para unirse a amigos y compañeros se deriva directamente de su sentido arraigado de ser un forastero permanente. Un estudiante en el extranjero puede sorprenderse al descubrir que un verdadero choque cultural se produce después de un corto período de tiempo en un otro país, frente a un sistema académico extranjero y un nuevo conjunto de normas sociales. Un expatriado de regreso a su pais puede surprenderse de cuanto el choque cultural inverso no le permite re-integrarse en un pais que nada mas siente como suyo. Hablando más de un idioma y habiendo adquirido experiencia trabajando con personas de los cinco continentes, trato de ser especialmente sensibles a los asuntos de cultura en general y damos la bienvenida a pacientes de todos los paises, creencias, y ámbitos de la vida.